Proiezione del film “Escher – Viaggio nell’infinito”

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Cinema Sarti Faenza
Proiezione del film “Escher – Viaggio nell’infinito”

Lunedì 16, martedì 17 e mercoledì 18 dicembre 2019 ore 21,00
Cinema Sarti – Via Scaletta, 10 – Faenza (RA)
1 cfp

Non è necessaria l’iscrizione su ISI Formazione.
Presentarsi in biglietteria all’inizio e alla fine della proiezione per depositare la firma di presenza.
La visione può essere effettuata indistintamente nei tre giorni in cui è programmata la pellicola.

Biglietto: 5 euro anziché biglietto intero (iscritti Ordine Architetti PPC Ravenna)

Lunedì 16, martedì 17 e mercoledì 18 dicembre, al Cinema Sarti di Faenza alle ore 21, sarà in programmazione il documentario ESCHER – VIAGGIO NELL’INFINITO di Robin Lutz. Un viaggio nell’onirico mondo dell’artista grafico Maurits Cornelis Escher. Le illusioni ottiche di Escher per sondare la psiche umana e un modo nuovo di percepire il mondo.

Come si possono ricreare le forme ripetute delle cose che si susseguono lontano nel paesaggio? Come si fa a catturare quelle geometrie, quelle ombre e quei dettagli che l’occhio percepisce in maniera così perfettamente assemblata nello spazio? Escher ci riesce componendo, con un rigore matematico e uno stile ossessivo fatto dalla ripetizione dei soggetti, le forme che l’illustratore coglie intorno a lui, che appaiono via via infinite. “Non sono un artista. Sono un matematico”, risponde Mauritz Cornelis Escher a Graham Nas, cantautore e fotografo inglese che scopre l’illustratore olandese grazie a un prezioso libro alla fine degli anni Sessanta, e lo contatta al telefono.

Escher non è un artista: è un talentoso illustratore che sonda la psiche umana e la sua maniera di percepire il mondo. È un minuziosissimo osservatore della realtà che riporta, con uno stile preciso, in bianco e nero e poi a colori, nei disegni e nelle stampe in cui sembrano muoversi elementi e forme percepite, dai solidi platoniani, a qualunque soggetto che possa attrarlo: alberi, geometrie, elementi architettonici, animali, foglie, onde, figure umane, metamorfosi dei dettagli, montagne, scacchiere, scalinate, cerchi che si allargano, e così via… Escher produce delle piccole coreografie che entrano le une nelle altre, restituendo un’idea di infinito. L’occhio ha una ricezione particolare quando osserva le creazioni di Escher, per questo al grafico olandese sono state attribuite diverse invenzioni basate sull’illusione ottica. “I am afraid there is only one person in the world who could make a good film about my prints; me / “Temo che ci sia un’unica persona che può fare un buon film sulle mie riproduzioni. Io”, esordisce così il narratore Escher nel che racconta la sua vita: una figura di intellettuale che ha lavorato e creato fino alla sua morte, nel 1972.

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